Da Fraternità e Missione luglio 2024
L’oratorio sta diventando
casa mia perché ne ho costruito un pezzo
Nella parrocchia di Santa Giulia a Torino, fino alla fine dello scorso anno, c’era soltanto un gruppo dove i ragazzi delle medie si potevano inserire per preparare la Cresima. Dalla terza media, infatti, i ragazzi cominciavano già a frequentare la compagnia delle superiori. Con il passare del tempo, però, abbiamo visto che il gap fra i ragazzi di terza media e quelli delle superiori era diventato troppo grande. Per questa ragione, abbiamo deciso di anticipare la Cresima di qualche mese e di dare così vita a un secondo gruppo. Dallo scorso settembre, quindi, c’è il cammino di preparazione alla Cresima, che tiene insieme i ragazzi di quinta elementare e della prima media, e un gruppo post Cresima che riunisce la seconda e la terza media.
La proposta che facciamo ai più grandi è in continua evoluzione e nasce soprattutto dal rapporto diretto con loro. Oltre ai giochi e allo studio, abbiamo proposto momenti di incontro fatti di qualche canto, una piccola lezione che approfondisca un tema emerso dal dialogo con loro, un momento di silenzio in cui i ragazzi vengono invitati a riflettere su alcune domande legate alla vita quotidiana. Infine, un confronto in piccoli gruppetti. Fin dalle prime settimane, però, ci siamo accorti che, in qualche modo, mancava qualcosa al nostro stare insieme. Così, dopo qualche mese, nel dialogo fra noi della casa ma anche parlando con i ragazzi, è nata l’idea di un momento di oratorio “aperto”. Non una proposta particolare ma una compagnia che noi sacerdoti e qualche educatore facciamo ai ragazzi, accogliendoli semplicemente, giocando con loro a basket, a calcetto o inventandoci qualche gioco di società. Alcuni ragazzi mi hanno detto: “Don Dennis, adesso abbiamo bisogno di una sala giochi!” Detto fatto, abbiamo scelto una stanza dell’oratorio e iniziato i lavori. Abbiamo montato un armadio dove mettere i giochi di società, un calcetto balilla e un tavolo da air hockey. Abbiamo imbiancato la stanza, ripulito a fondo il pavimento e le pareti. Finito il lavoro, eravamo tutti molto fieri della nostra opera e soprattutto felici di aver contribuito alla costruzione di un luogo dove tutti – bambini, ragazzi e adulti – potessero divertirsi.
Qualche giorno dopo, ci siamo ritrovati con i ragazzi per il solito momento di riflessione: a tema, l’esperienza di lavoro delle settimane precedenti. Una ragazza ha detto: “L’oratorio di Santa Giulia sta diventando davvero casa mia perché ne ho costruito un pezzo”. Un suo amico ha aggiunto: “È stato faticoso e spesso non ne avevo voglia, ma posso dire che per la prima volta in vita mia mi sono sentito davvero utile”. Un altro ha raccontato la nascita di un rapporto nuovo: “Non mi ero mai trovato bene con Pietro ma costruendo assieme l’armadio dei giochi siamo diventati amici”.
Ecco il pezzetto del puzzle che mancava al gruppo dei più grandi: un lavoro pratico in cui i ragazzi potessero scoprire i loro talenti e costruire assieme un piccolo ritaglio del regno dei cieli. Svolgendo assieme un’attività significativa e per loro importante, i ragazzi si sono sentiti valorizzati e trattati da adulti, hanno contribuito alla costruzione dell’oratorio e sono diventati più amici fra loro. Oggi, insieme alla proposta liturgica e di vita comune, il lavoro, che li aiuta a prendere sul serio il desiderio di essere utili al mondo, il rapporto con gli amici e l’amicizia con Dio, è diventato la terza colonna portante della nostra proposta a questi ragazzi.