L’esperienza della cucina durante il Maggio in Oratorio: una testimonianza di amore e gratuità
la Redazione
Cosa sarebbe il MIO senza la cucina? E la cucina senza le mamme? Chi è di casa a Santa Giulia non può nemmeno immaginarlo.
C’è chi prepara, chi cuoce patatine sotto la pioggia o nel caldo infernale, chi fa le piadine, chi prende gli ordini, chi li consegna. Made with Love è la scritta sulle maglie colorate delle cuoche che volteggiano instancabili dietro al bancone con un unico comune denominatore: il desiderio di donarsi agli altri con totale gratuità, come solo le madri sanno fare.
Ed anche i papà non sono da meno, perché oltre a mettersi ai fornelli durante alcune serate dedicate, sono sempre presenti con grande discrezione, per sostenere il gruppo della cucina in qualunque emergenza o necessità.
Da qualche anno poi il gruppo ormai organizzatissimo non si limita a dedicarsi alla comunità nel solo mese di maggio. La cucina è aperta tutto l’anno, più sere a settimana, durante le cene conviviali delle elementari, medie, superiori, famiglie e degli altri gruppi di Casa Santa Giulia.
Da dove nasce questo impeto e cosa permette che si ravvivi nel tempo?
“Nel 2015, con l’aiuto prezioso di Don Stefano, abbiamo aperto la cucina dell’oratorio” raccontano alcune delle colonne portanti dell’iniziativa “Con alcune mamme che avevano voglia di fare abbiamo iniziato un impegno con orari e compiti ben precisi. Eravamo convinte che potesse essere un modo diverso di vedere la vita, di donare tempo per gli altri. Poi con il tempo altre mamme incuriosite dalla bella esperienza si sono proposte di aiutarci unendosi al gruppo. Abbiamo creduto in questo progetto e con il tempo ci siamo messe a disposizione dell’intera comunità, con il desiderio di camminare insieme.”
“Il nostro lavoro” aggiunge un’altra volontaria “Nasce 10 anni fa dall’incontro tra famiglie: mamme, papà e figli che si aggregano con il desiderio di passare del tempo insieme: ognuno nel proprio modo, ognuno come sa, ognuno con i propri pregi e difetti. La nostra presenza vuole rispondere alla richiesta che Dio ha voluto farci: Esserci per i fratelli, per esserci per Dio.
Così il tempo donato è diventato un grande valore che ha riempito le nostre vite, non aggiunge stanchezza o fatica alle già tante incombenze quotidiane. Il tempo donato ha generato una gioia che trascina, una gioia desiderata da chi ci osserva. Gli anni sono passati ma l’entusiasmo si auto alimenta, è un fuoco sempre acceso.”
E l’impeto di affetto che muove ciascuno a dedicarsi a questo servizio silenzioso che permette a tutti di sperimentare la bellezza della vita comune, diventa naturalmente missionario, come ricorda con semplicità un’altra mamma.
“Il volto sorridente di Nicola di 8 anni che ci ringrazia felice per aver cucinato alla cena del catechismo il giorno del suo compleanno con la torta “più buona mai mangiata”, gli occhi emozionati di Annalisa una mamma che dopo una delle cene in oratorio non smette di ringraziare per averli accolti e “coccolati” come accade solo in una famiglia, sono solo due piccoli esempi che danno tanta gioia.
Capisco sempre più chiaramente che con il servizio gratuito in cucina non faccio solo del bene a me stessa ma posso donare felicità anche ad altri. Questo mi spinge ad andare avanti”