Il Maggio in Oratorio, l’occasione per vivere un’amicizia e crescere insieme
di Luca Simonetti

Nel mese di maggio, il popolo di Santa Giulia vive quello che secondo me è l’evento più bello dell’anno: il Maggio in Oratorio. Per alcuni è solo un torneo, per altri un punto di incontro con tutte le famiglie della parrocchia, per altri ancora belle serate per staccare dalla vita di tutti i giorni. Per me è un mese di totale spensieratezza, mi aiuta a vivere dei bei momenti nonostante l’ansia e la pressione degli ultimi mesi di scuola.

Fin da bambino ho sempre giocato nella polisportiva e avevo di conseguenza l’iscrizione assicurata per i tornei del MIO. All’inizio non c’era la cucina e nemmeno le serate: si giocavano le partite e si tornava a casa. Il primo anno arrivai ultimo ma provai emozioni che difficilmente mi dimenticherò: non avevo mai giocato una partita con il pubblico, con la telecronaca e tanto meno con i numeri sulla schiena. Per un bambino erano emozioni uniche ed ogni sera aspettavo solo il momento di giocare. Con l’arrivo dei sacerdoti della Fraternità San Carlo sono cominciate le serate con gli ospiti e la cucina, che fu la vera e propria svolta. L’oratorio si è popolato di giovani e famiglie che venivano da diverse parti di Torino e ricordo che era emozionante vedere così tante persone nuove all’interno di Santa Giulia. Un anno Don Paolo ha proposto di inserire le interviste da pubblicare sul canale youtube della parrocchia e fu una bellissima trovata: chiamava bambini, adulti e giovani facendo domande su argomenti vari. Utilizzare i social è stata una grande idea, così come pubblicare i trailer o i video presentazione di un evento.

Ho vinto due volte il torneo da giocatore, eppure anche quando perdevo non ero mai triste, questa esperienza per un bambino era ed è magica.

La vera sorpresa è stata cominciare a lavorare come volontario: da piccolo temevo il momento in cui sarei stato troppo grande per giocare ancora, ma la mia esperienza si è arricchita. Ho cominciato come barista e cameriere, per passare ad allenare, servire, occuparmi dell’impianto audio e del servizio d’ordine. Nonostante mi faccia in quattro ogni sera non c’è mai una volta in cui io non torni a casa contento.

Questo è frutto del clima che si crea all’interno dell’oratorio. Ogni sera sto con i miei amici e faccio cose che pur essendo faticose mi riempiono e non mi fanno mai sentire nessun senso di vuoto. Quello che vivo in queste serate me lo porto dietro anche il giorno dopo a scuola. Credo sia giusto che io porti quel senso di positività anche nella vita di tutti i giorni, perché sarebbe sbagliato e anche troppo facile limitarlo ai soli momenti belli. Questo mi fa vivere meglio le giornate.

Il MIO si conclude ogni anno con una grande festa, accompagnata dalle finali dei rispettivi tornei di calcio. I Cantineros, la band di Casa Santa Giulia, accompagna la serata e tutti possono mangiare insieme e ballare sul prato.

Ogni anno, è vero, rimane un po’ quel vuoto che si crea quando qualcosa di bello finisce e sembra tornare tutto come prima. Eppure nel tempo mi sono reso conto di essere cresciuto e maturato attraverso questa esperienza, che rimane una delle più speciali della mia vita.